La stampa: come scegliere gli inchiostri più adatti

La stampa: come scegliere gli inchiostri più adatti

Capita spesso, girando per alcune fiere in Italia, di vedere qualcuno stampare su carta o altri materiali diversi dal tessuto con inchiostri specifici per il tessuto, come i Plastisol.
 
La scelta degli inchiostri da stampa è un argomento critico per un serigrafo: stampare su un tessuto, su un supporto plastico, su un vetro, un oggetto metallico non è, ovviamente dirai tu, la stessa cosa.
Soprattutto non è uguale la procedura con cui si devono scegliere e la procedura con cui vanno utilizzati.
Le differenze principali tra i vari inchiostri sono le loro reazioni nascono dalla composizione di questi ultimi.
Un inchiostro a base solvente rispetto ad uno a base acqua o un Plastisol o, ancora, un silicone hanno caratteristiche, specifiche e funzionalità diverse.
Un inchiostro a base solvente, normalmente, viene usato su materiali che hanno caratteristiche spesso simili alle superfici cui devono aggrappare.
Poliuretanici su prodotti poliuretanici o plastiche particolari, epossidici per vetri e metalli, vinilici per materie plastiche in genere.
La loro funzione è quella di resistere a graffi ed aderire perfettamente anche sulle superfici più critiche spesso rimanendo in superficie.
Il loro funzionamento dipende in gran parte dalla scelta dei tessuti dei telai, dal tipo di fotoemulsioni usate e da una serie di solventi e diluenti in grado di renderli più stampabili, resistenti sui telai e aderenti al supporto su cui dovranno essere applicati.
Asciugano normalmente per evaporazione dei solventi contenuti e in alcuni casi necessitano di un passaggio in forni ad alte temperature.
I prodotti a base acqua lavorano prevalentemente su tessuti naturali e sintetici a seconda della loro composizione; sono prevalentemente a base poliuretanica o acrilica e oggi sono formulati per avere grande resistenza sui telai da stampa: una buona matrice ben eseguita e soprattutto realizzata con i prodotti specifici fa poi la differenza sia nella regolarità di deposito che nella resistenza nei telai del prodotto.
Asciugano per evaporazione, ma soprattutto per il campo tessile, necessitano di forni ad aria calda per poter polimerizzare perfettamente e resistere nel tempo ai lavaggi anche più estremi, come, ad esempio, nel campo dell’abbigliamento ospedaliero.
Plastisol e siliconici invece asciugano per fusione, quindi hanno bisogno di calore statico generato in forni appositamente progettati; hanno una grande resistenza sui telai non asciugando mai nel caso dei plastisol e solo dopo ore nel caso della maggior parte dei siliconi.
Le temperature di fusione variano in base alla formulazione, ma in genere per i plastisol è intorno ai 160° e per i siliconi ai 120-140°.
A differenza dei plastisol, i siliconi vanno catalizzati per poter essere lavorati. Queste sono solo alcune pillole su quanto c’è da sapere sugli inchiostri serigrafici e sul loro uso.
Caratteristiche, descrizioni tecniche, effetti speciali e utilizzi anche estremi sono argomento sviluppato all’interno del Master di Accademia Serigrafica in un intero corso dedicato loro.
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